L’Agenzia delle Entrate affila le armi per intensificare le verifiche sulle agevolazioni già esistenti e su quelle che, di anno in anno, vengono introdotte dalle varie leggi di Bilancio.
Ecco, allora, tutti i nuovi controlli del Fisco che riguarderanno i bonus casa, gli affitti brevi, l’utilizzo dei ed infine l’immancabile e discusso reddito di cittadinanza.
I controlli del Fisco sui bonus casa
L’attività del Fisco sul bonus casa per scovare eventuali furbetti sarà così intensa che il Governo ci ha costruito attorno ai controlli addirittura un apposito decreto. Non solo per stanare eventuali requisiti mancanti ma anche per tenere sott’occhio le modalità di pagamento dei lavori, cioè la cessione del credito o lo sconto in fattura e non solo sul superbonus 110%.
I controlli del Fisco, infatti, aumenteranno in maniera esponenziale sui bonus ristrutturazioni, sul bonus facciate, sul sisma bonus e sugli altri benefici per i quali sono previste cessione del credito o sconto in fattura. Il contribuente sarà tenuto, come per il 110%, a presentare un visto di conformità nel caso in cui decida di utilizzare queste due alternative alla classica detrazione fiscale da riportare nella dichiarazione dei redditi per recuperare negli anni la percentuale spettante. L’obbligo verrà meno solo se la dichiarazione viene presentata direttamente dal contribuente con la precompilata dell’agenzia delle Entrate o attraverso Caf e intermediari.
Il Fisco controllerà anche i costi sostenuti dal contribuente in base ai lavori realizzati. A tal proposito, il ministero per la Transizione ecologica predisporrà un apposito tariffario con i prezzi massimi da rispettare per gli interventi diversi dal superbonus 110% (su questa agevolazione esiste già un prezziario). In questo modo, si cercherà di evitare che i costi vengano «gonfiati» per ottenere dei guadagni «extra».
I controlli del Fisco sul reddito di cittadinanza
L’altra miniera d’oro per i furbi, oltre ai bonus casa, è quella del reddito di cittadinanza. E qui, oltre al Fisco, ci saranno altri attori coinvolti nei controlli per garantire che il sussidio finisca nelle mani di chi realmente ha bisogno.
Il beneficio verrà sospeso se il percettore non partecipa periodicamente ad attività e a colloqui da svolgersi in presenza. Presso il Centro per l’impiego ci sarà il riscontro della reale ricerca attiva di un lavoro almeno una volta al mese. Per chi non si fa vedere scatta il comprovato giustificato motivo che porta alla decadenza del reddito.
L’obbligo di presenza riguarda anche chi non può lavorare ma è destinatario del Patto per l’inclusione sociale: almeno una volta al mese dovrà presentarsi presso i servizi di contrasto della povertà in modo da consentire una verifica sulle sue condizioni. L’assenza non giustificata equivale, anche in questo caso, alla perdita del sussidio.
Il reddito di cittadinanza verrà ridotto di 5 euro ogni mese a partire da quello successivo alla data in cui è stata rifiutata un’offerta congrua di lavoro.
I controlli del Fisco su B&B e affitti brevi
Mano dura del Governo anche sul settore ricettivo. I nuovi controlli del Fisco interesseranno strutture come hotel, Bed & breakfast e affitti brevi, come quelli proposti da Airbnb, Booking e altre App simili.
L’obiettivo dichiarato dell’Agenzia delle Entrate sarà quello di rafforzare la lotta all’evasione fiscale e contributiva. Fisco ed enti creditori (Inps, ad esempio) avranno accesso alla banca dati delle strutture ricettive creata nel 2019 che contiene gli immobili destinati alla locazione breve e tutti i dati relativi alle varie strutture. Ciascuna è identificata attraverso un codice che deve essere indicato ai clienti in ogni offerta e in ogni promozione. Il Fisco e gli enti creditori avranno, dunque, accesso a queste informazioni registrate nella banca dati anche per controllare il regolare pagamento della tassa di soggiorno che le strutture incassano dai turisti e che devono versare ai Comuni.
I controlli del Fisco sull’uso dei contanti
Come noto – ma giova ricordarlo per l’ennesima volta – dal 1° gennaio 2022 la soglia dei pagamenti in contanti scende da 1.999,99 euro a 999,99 euro. Significa che dal 1.000 euro in su sarà necessario utilizzare dei mezzi di pagamento tracciabili, come Bancomat, carta di credito, bonifico bancario o postale o assegni. Un modo, quindi, per tentare di evitare i pagamenti in nero e la conseguente evasione fiscale. Va detto che il contribuente può versare o prelevare dal proprio conto tutto quello che vuole, poiché non si tratta di un pagamento da un soggetto ad un altro. Tuttavia, il Fisco può chiedere di documentare eventuali spese, soprattutto se l’ammontare o la frequenza del prelievo e del versamento sono inconsueti. A tal proposito, il Fisco si avvarrà anche della dichiarazione dei redditi.